MI-KA-EL

Chi come Dio?

Chiesa incompiuta di San Michele

Galbiate – Lecco, dal 28 settembre 2013

Progetto e direzione artistica

Silvio Combi

mikael-completa

Hanno collaborato

Studenti del Liceo Artistico di Lecco

Organizzazione Generale

Federico Bonifacio, Ruggero Meles, Giorgio Meregalli, Angelo Riva

Collaborazione all’allestimento

Luigi Borghetti, Nicola Ghirardelli, Alessandro Gilardi, Valentina Goretti, Marta Longa, Giulia Lucarelli,

Salamte Abdel Majid, Gary Pennati, Emanuele Sarnataro.

Una realizzazione del

Distretto Culturale del Barro

Parco Monte Barro

Studenti del Liceo Artistico di Lecco

Abitanti di San Michele

 

 

“Abbiamo finito l’allestimento all’alba, per la prima volta guardavo il sole sorgere da dentro una Chiesa.

A lavori quasi ultimati ancora non mi rendevo conto del potenziale che ha l’arte nel fare comunità.

Ripensare ora, a quando per la prima volta ho immaginato delle lettere volare dentro questo spazio, rimango

stupefatto nel vedere un’idea prendere forma, nell’osservare i legami che ha innescato, nel

vedere i ragazzi del Liceo Artistico che io stesso ho frequentato sporcarsi le mani con entusiasmo.

Ritorno così a pensare a quanto sia fondamentale la condivisione del sapere e delle esperienze per poter

tracciare un altro futuro possibile”

Silvio Combi

 

 

Possible words / Impossible words

Parole possibili / Parole impossibili

Parole che volano

Seconda tappa

Il nome di San Michele in ebraico suona Mi – ka – El e significa: Chi come Dio?

Nel Nuovo Testamento a San Michele è attribuito il titolo di arcangelo, lo stesso con cui sono designati

Gabriele (forza di Dio) e Raffaele (Dio ha curato). I nomi di questi due arcangeli si riferiscono a

manifestazioni di Dio (la forza e la misericordia) che si dispiegano a favore degli uomini mentre quello di S.

Michele è una domanda.

Una domanda che può avere una risposta negativa o positiva, a seconda della quale Michele agisce:

punendo gli arroganti, come Lucifero – Satana e gli altri angeli ribelli, e beneficando i fedeli, di qui la sua

caratteristica di Santo che risana, pesa le anime dopo la morte, guida in Paradiso i giusti.

Lʼarcangelo Michele ha un nome che indica obbedienza incondizionata e senza dubbi: è il soldato custode

della casa di Dio, è il più vicino a Dio e fino alla ribellione di Lucifero – Satana componeva la principale

coppia angelica.

Per molti popoli antichi (tra cui lʼebraico) le parole avevano un potere creativo, definendo intrinsecamente, e

non solo indicando, le cose che significavano: i nomi erano lʼessenza della persona. Per questo “la Parola

(Logos, Verbum) era Dio” e sarà Parola dʼAmore facendosi Uomo. Michele è Parola di Giustizia, parola che

scende dallʼalto ed esercita la sua potenza.

La riflessione sulla potenza delle parole e sulla loro polivalenza (le parole sono segni ma anche figure,

immagini) attraversa da tempo la storia dellʼarte.

Sempre più frequentemente la parola entra in contatto con il problema della rappresentazione figurativa,

passando dalla pittura alla scultura, dalla musica allʼarchitettura, dalla scenografia al teatro e si può così

osservare la rottura con la linearità della pagina e dellʼorizzontalità della scrittura tipografica.

Le caratteristiche fondamentali della pittura (immagine) sono ora riscontrabili anche nella poesia (parola).

Come la pittura tenta lo scardinamento delle grammatiche visive tipiche della sua storia, anche la parola si

pone il problema di un superamento della sua tradizione letteraria e cerca la possibilità di darsi una

rappresentazione figurativa che vada oltre il carattere tipografico.

Infine, da evidenziare appare anche il nuovo rapporto che abbiamo con la scrittura, infatti se con la scrittura

manuale noi creiamo unʼimmagine, un segno, con la videoscrittura ci affidiamo invece a unʼimmagine prefissa.

A partire dagli anni 90 la diffusione e il perfezionamento del personal computer in concomitanza alla nascita

del Web influenzano anche questa pratica, soprattutto grazie allʼipertesto.

Inoltre se prendiamo in considerazione lʼidea di un ipertesto aperto, chiunque potrebbe intervenire per

modificare o integrare lʼintervento di partenza (un esempio potrebbe essere wikipedia). Un ipertesto può

essere sfogliato virtualmente, aperto e chiuso in ogni punto e consente di creare infiniti percorsi mediante i

link.

Con lʼavvento della tecnologia digitale si ampliano anche le potenzialità dellʼinterattività, che per la prima

volta consente di uscire dalla comunicazione univoca e introduce la reciprocità del rapporto uomo e media. Il

digitale consente poi di integrare come mai prima suono, colore, immagine, video e mondi tridimensionali.

La ricerca e la produzione artistica di Silvio Combi nascono dallo studio del rapporto creativo tra questi due

linguaggi, quello verbale della scrittura e quello visivo dell’immagine.

La parola non solo come linguaggio poetico ma anche come forma estetica, passando dall’installazione

ambientale site-specific, all’opera interattiva.

Questo nuovo lavoro nasce dalla riflessione sulla potenza della parola.